Lo scorso marzo è stato pubblicato un documento da parte dell’ISS con le “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti-COVID-19”
Il documento risponde a diversi quesiti sulle misure farmacologiche e non farmacologiche nell’area di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 sorti con il progredire della campagna di vaccinazione contro COVID-19 e la comparsa delle varianti VOC di SARS-CoV-2.
“La circolazione prolungata di SARS-Cov-2 e il meccanismo naturale di accumulo di errori durante la replicazione virale generano la comparsa di varianti virali di cui solo alcune destano preoccupazione per la salute pubblica (Variant Of Concern, VOC), essenzialmente per la presenza di mutazioni che possono conferire al virus SARS-CoV-2 un’aumentata capacità diffusiva, così come la potenziale resistenza a trattamenti terapeutici (es. anticorpi monoclonali) e la capacità di eludere la risposta protettiva evocata dalla vaccinazione.
Sebbene sia ancora in corso di valutazione se alcune VOC siano associate ad un quadro clinico più grave o se colpiscano maggiormente alcune specifiche fasce di popolazione, è noto, invece, che l’aumentata circolazione, per esempio, della variante VOC 202012/01 (denominata anche B.1.1.7), identificata per la prima volta nel Regno Unito e caratterizzata da una maggiore capacità diffusiva, può determinare un incremento significativo del numero di ospedalizzazioni, con conseguente impatto sui sistemi sanitari.
Al febbraio 2021, sono state segnalate tre varianti che destano particolare preoccupazione, la già menzionata VOC 202012/01 identificata per la prima volta nel Regno Unito, la 501Y.V2 (denominata anche B.1.351) identificata in Sudafrica e la P1 con origine in Brasile.
Mentre in Italia si stanno attuando indagini per accertare la presenza e la diffusione di queste varianti 3,4 e la campagna vaccinale anti-COVID-19 è attualmente in corso, sono sorti diversi quesiti sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni sostenute da varianti di SARS-CoV-2 sia di tipo non farmacologico sia di tipo farmacologico. Infatti, in generale, si può affermare che una drastica riduzione della circolazione virale nella popolazione sia in grado di prevenire la diffusione delle VOC già note e il potenziale sviluppo di ulteriori nuove varianti.
Nonostante le conoscenze sulle nuove varianti virali siano ancora in via di consolidamento, si è ritenuto necessario fornire specifiche indicazioni che, basate sulle evidenze ad oggi disponibili, possano essere di riferimento per l’implementazione delle strategie di prevenzione e controllo dei casi di COVID-19 sostenuti da queste varianti virali.”
Il documento si sviluppa intorno alle due principali misure di prevenzione e controllo:
1. Misure di prevenzione e controllo non farmacologiche.
In questo capitolo vengono affrontati i temi della necessità di diverse misure di controllo (distanziamento, mascherine, igiene) e quello della necessità dei test diagnostici.
2. Misure di prevenzione e controllo farmacologiche (vaccinazione).
Il questo capitolo vengono affrontati nel dettaglio diversi argomenti quali: la necessità dei DPI anche per i lavoratori vaccinati, la necessità per gli individui vaccinati di continuare a rispettare le misure di prevenzione e controllo, i comportamenti da adottare sulle persone vaccinate nei casi di contatto stretto con un caso positivo.
Vengono analizzati inoltre i casi di fallimento vaccinale, la necessità di programmi di screening alla luce delle vaccinazioni, le opportunità e tempistiche di rilevazione del titolo di anticorpi diretti verso la proteina spike (S) ed eventuale sorveglianza nel tempo nei soggetti vaccinati, la vaccinazione dei contatti stretti di un caso Covid-19, la vaccinazione di chi ha avuto il Covid-19.
Scarica il documento completo dell’ISS
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