Recentemente la Regione Lazio ha investito i Medici di Famiglia di funzione di assistenza domiciliare ai pazienti Covid, come misura di contrasto alla pandemia.
Il 16 novembre il TAR del Lazio ha accolto il ricorso del sindacato dei Medici di Famiglia SMI (sentenza N. 11991/2020 REG.PROV.COLL. N. 05520/2020 REG.RIC.), specificando che il compito deve essere portato avanti dalle USCA Unità Speciali di Continuità Assistenziale, “istituite dal legislatore nazionale d’urgenza proprio ed esattamente a questo scopo”.
Nella sentenza si legge: “Nel prevedere che le Regioni “istituiscono” una unità speciale “ (Usca) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero”, la citata disposizione rende illegittima l’attribuzione di tale compito ai MMG, che invece dovrebbero occuparsi soltanto dell’assistenza domiciliare ordinaria (non Covid)”.
La Regione Lazio annuncia di voler presentare ricorso e precisano che dato che nel Lazio “vi sono oltre 60 mila persone in isolamento domiciliare ed è tecnicamente impossibile gestirle unicamente con le USCA-R.
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